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sabato 2 ottobre 2021

Firma : Una valanga umana faccia sentire subito la sua Solidarietà a Mimmo Lucano

Una valanga umana faccia sentire subito la sua Solidarietà a Mimmo Lucano, condannato a più di tredici anni per il "reato" di solidarietà ...

Una valanga umana faccia sentire subito la sua Solidarietà a Mimmo Lucano, condannato a più di tredici anni per il "reato" di solidarietà ...



Una valanga umana faccia sentire subito la sua Solidarietà 
a Mimmo Lucano, condannato a più di tredici anni per il "reato" di solidarietà.

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Ilaria Cucchi

Salvini in Galera



Ilaria Cucchi


“Ora so che tutte le durissime prese di posizione di Matteo Salvini contro Stefano Cucchi e la mia famiglia hanno un volto: Luca Morisi, indagato dalla Procura di Verona per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Così almeno leggo sui giornali.
Leggo delle sue pubbliche scuse a Salvini ed al partito: “Ho delle fragilità irrisolte”. Così si giustifica. Quanta gratuita sofferenza ci ha inflitto oltre al dolore per Stefano.
Eppure io lo perdono. 
Lo perdono perchè mi piace pensare che abbia capito e
 che ora condivida la disperazione che portiamo sulle spalle.
Lo perdono. Sì
Però Stefano lo hanno ammazzato.”
La bellezza accecante, la grandezza, la dignità delle parole di Ilaria Cucchi, 
di fronte a dieci anni di fango e di odio. 
Voi una donna così non siete neanche degni di nominarla.




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venerdì 1 ottobre 2021

Fratelli d’Italia e gli impresentabili


Fratelli d’Italia e gli impresentabili



Dopo la messa in onda dell’agghiacciante inchiesta di Fanpage da parte di Piazzapulita, Fratelli d’Italia (in evidente difficoltà) si arrampica pateticamente sugli specchi e cincischia: "Valuteremo le responsabilità. Vogliamo il girato integrale. Non prenderemo per oro colato quanto riportato con il palese intento di infangare la nostra onorabilità".
Meloni, non farmi ridere. La “vostra onorabilità”, sempre ammesso che sia mai esistita, l’ha infangata anzitutto Fidanza con la sua cricca di fascistoni. Anche solo in quei primi 13 minuti, Fidanza & compari fanno saluti romani, pronunciano battute su ebrei e neri, si dichiarano fascisti, sghignazzano immaginando migranti che saltano in aria, alludono ad adoratori di Hitler. E Fidanza in persona, europarlamentare e uomo potente in seno a Fratelli d’Italia, “insegna” al giornalista infiltrato come finanziare in nero la campagna elettorale della sua protetta a Milano.
Non c’è per ora nulla di penalmente rilevante, ma c’è tutto di moralmente e politicamente vomitevole. E non c’è bisogno di “aspettare il girato integrale” per cacciare Fidanza e la sua (tua) candidata alle comunali di Milano Chiara Valcepina. A un certo punto un personaggio della cricca di Fidanza & soci dice testualmente: “Lui ha la svastica tatuata sulla schiena...bene, bravo, un vero patriota...". Non basta questa frase per defenestrarli tutti?
Apologia del fascismo, razzismo, esortazione a frodare la legge sul finanziamento dei partiti: ce n’è già abbastanza per cacciare per direttissima Fidanza. Qui e ora. O Meloni lo espelle subito, o lei e il suo partito non rientrano pienamente nell’alveo della democrazia. Tutto il resto son chiacchiere, seghe mentali, arrampicate sugli specchi e rutti fascisti.
Non si tratta di giudicare un dirigente di un filmato, ma di cacciare a pedate uno che consigliava di fare finanziamenti in nero, dileggiava ebrei, frequentava fascisti, razzisti e adoratori di Hitler , faceva il saluto romano e faceva comunella con chi applaudiva 
se qualcuno aveva le svastiche tatuate sulla schiena.
Tutte cose che non possono rientrare nell’alveo della democrazia. 
Lo scandalo, già adesso, è troppo grande. E non può che peggiorare. Infatti Fidanza, europarlamentare potentissimo e vicinissimo a Meloni, si è appena autosospeso. Il minimo sindacale. Ma non basta: uno così deve abbandonare per sempre la politica.


Se cento ore vi sembran poche.
Che effetto farebbe se uscisse un filmato di riunioni del PD di Milano o Bologna o anche Caltanissetta, dove si parlasse di Stalin o i gulag con ironia e orgoglio,
 o dove si parlasse di massoneria o di fondi neri?
Magari presente uno dei leader nazionali e capogruppo al parlamento europeo?
Ecco la Meloni, cristiana e madre e italiana e messa in piega a posto, risponde che vuole vedere tutte le cento ore di registrazioni da cui é tratto il filmato.
Forse nelle restanti 99 ore e 50 minuti il richiamo alla birreria di Monaco dove Hitler incitò a colpire gli ebrei, o i saluti romani, il ridere usando il cognome di un giornalista sotto scorta per minacce di gruppi fascisti, o che un candidato ebreo serve sempre ( che tristezza questo idiota o ingenuo a non capire dove e con chi stava), o sentire il Boia chi molla, o la conferma di un ambiente che finge di essere Fratelli d'Italia ed appare ancora come camerati d'Italia, si dissolveranno?
Davvero sarebbe possibile?
Abbiamo ascoltato che si può finanziare il partito con donazioni pulite e altre black, nere. C'è il candidato al parlamento nel 2018, non nel 1954, e condannato per apologia di fascismo, che fa da lavatrice. Pulisci i fondi neri. Fidanza non si espone, ha una carriera a breve cui aspirare.
Il governo del paese probabile.
Hanno delegato questo fascista a far da lavatrice. Pulire fondi neri.
Il problema della Meloni, ma del paese visto il consenso che ha, non sono i fondi neri ma i pensieri neri. Mimetizzati dietro frasette oscene tipo " il fascismo é storia noi ci occupiamo dell'oggi" questa destra ha ancora intatti i suoi miti in quei richiami chiari nel video.
Servirebbe una lavatrice piena di idee e cultura e capacità di riconoscere la nostra democrazia, dove agiscono liberamente, per andare oltre quella nostalgia.
Forse sono fascisti.


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La Bestia di Salvini

La Bestia di Salvini



 Scelta della vittima e poi la Caccia
Come si muoveva la «Bestia»

Da Ilaria Cucchi a Lapo Elkann «stupefacente»: 

«Così sui social venivamo travolti»

La Bestia non è mai stata innocente.

Ed era ovunque.

Feroce, lucida, rapida. Pronta a colpire. A fare male. Dentro il web. E nelle piazze.

Immagini di repertorio. Vecchi appunti sulla Moleskine.

Matteo Salvini, sopra il palco, si pilucca fiocchi di Nutella dalla barba e fomenta i 

militanti radunati in piazza del Popolo. Luca Morisi, di fianco alle scalette, con un 

cenno della mano al tecnico dell’audio fa partire l’inno leghista, «Nessun dorma», 

e poi quasi sparisce nel mischione dei cameramen e dei cronisti, magretto com’è, 

con il cravattino nero e la frangetta da chierichetto, pallido, così anonimo da 

essere spinto nella bolgia, spostati, fammi passare, fammi vedere.

Ma lui aveva già visto te. Gli occhi accesi come laser.

Morisi, dal vivo, in azione, non era il sofisticato «digital philosopher» della Lega 

(definizione con cui veniva omaggiato dalla corte salviniana): era invece uno 

spietato domatore di consensi.

La sua arma: il cellulare.

Scusi: perché mi sta filmando?

«È vietato?».

Non voglio essere filmato.

«Che male c’è?».

Le ho detto che non voglio essere filmato.

«Va bene, va bene… ecco, smetto» (poi di nuovo sul palco: nello sguardo 

improvvisamente liquido, però, una promessa di minaccia).

Si finiva così nella sua banca dati. Con altre migliaia di facce, di frasi, di situazioni 

che, manipolate a colpi di grandiosa brutalità, all’occorrenza servivano a produrre 

su Twitter, Facebook e Instagram, agguati e tormentoni, sberleffi ossessivi, gogne 

di stampo medievale. Il nemico scelto con cura: e poi provocato e inseguito, 

scatenando una tonnara social di accuse e risposte, insulti e minacce.

Lo scorso 16 settembre, Maria Gabriella Branca, presidente dell’Anpi di Quiliano e 

candidata al consiglio comunale di Savona per Sinistra italiana, dice che le 

sembra «inaccettabile la presenza di Salvini in piazza Pertini» (del resto, Salvini 

ha coltivato a lungo una forte amicizia con i camerati di Casapound che, al teatro 

Brancaccio di Roma, organizzarono addirittura una vera adunata in suo onore). 

Dopo poche ore, sulle pagine web della Lega parte il pestaggio: «Mi hanno detto di 

tutto — racconta la signora Branca —. Zecca rossa, putt... comunista…».

Metodo, strategia, niente lasciato al caso. E un trucco. Fagocitare, quando 

possibile, la fama altrui. Prendersela con Mario Balotelli — «Caro Mario, lo Ius soli 

non è la mia priorità, né degli italiani», Salvini su Twitter — e attirare così i piranha 

della tastiera contro il calciatore. Succede anche a Lapo Elkann: «Una volta, per 

attaccarmi, Salvini scrisse che facevo “dichiarazioni stupefacenti”…». Viene 

travolto. Con Morisi che sguazza felice nel fango. Quanti contatti abbiamo fatto?

La Bestia. Bestiale davvero. Come quella volta che non esita a pubblicare la foto 

di alcune studentesse milanesi minorenni, poi sepolte da commenti volgari e 

sessisti. Il chierichetto, sempre gongolante: «Lavoriamo duro, in un bunker, 

cerchiamo solo di amplificare l’attività del capo. Mi sembra funzioni, no?».

Salvini in trionfo nei sondaggi.

La Bestia di Salvini



Luca, che faccio oggi? Oggi ti fai fotografare mentre imbracci un mitra. (Pasqua di 

tre anni fa). Luca, dove vado? Ti ho organizzato un passaggio alla radio, ti colleghi 

con la Zanzara e vai giù duro contro Ilaria Cucchi, che ha attaccato uno dei 

carabinieri coinvolti nell’omicidio del fratello Stefano. «Capisco il dolore di una 

sorella che ha perso il fratello — queste le tragiche parole di Salvini — ma mi fa 

schifo. Si dovrebbe vergognare». Luca, e domani? Morisi apre il cofano della 

macchina: domani ti travesti.

Ecco allora le foto con migliaia di like e di commenti estasiati al Salvini pompiere, 

al Salvini poliziotto, al Salvini crocerossino (però quando a Benevento — lui che è 

milanista — si infila la maglia giallorossa della locale squadra di calcio, gli ultrà 

decidono che è troppo, e lo inseguono minacciosi).

Poi torna sui social. Attacca Oliviero Toscani, Emmanuel Macron, Tito Boeri e 

Matteo Renzi, sfotte Fabio Fazio, ironizza su Papa Francesco. Il giorno dopo, 

però, arriva al Senato e bacia il rosario. Sacro e profano. Morisi gli comunica che 

i selfie a torso nudo da Milano Marittima sono stati visti da 1,6 milioni di persone. 

Ma mucchi di like anche alle fake news: tipo quella che a Vicenza, alcuni 

richiedenti asilo erano arrabbiati «perché volevano vedere Sky».

Per anni, così. Sicuri, implacabili, calpestando etica e morale. Poi, a ripensarci: 

pure qualche idea un po’ rischiosa.

Pazzesche — se riviste adesso — le immagini del Capitano che, al Pilastro, a 

Bologna, dopo un comizio va a citofonare a un tunisino: «Scusi, lei spaccia?». Un 

brivido a rileggere il tweet del giorno in cui Salvini va alla Camera a presentare una 

proposta di legge contro la droga: «Non esiste modica quantità. Ti becco a 

spacciare? Vai in carcere» 

(Dio Santo, Morisi: ma non poteva dirgli di andarci più cauto?).



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lunedì 27 settembre 2021

Guru Social della Lega Accusato di Spaccio

#SalviniSeiFinito

#SalviniSeiFinito

inventore della Bestia 

il Guru dei social di Matteo Salvini è sotto inchiesta a Verona per cessione di stupefacenti. Perquisita la sua abitazione: trovate alcune dosi. Aveva lasciato l’incarico giorni fa.

C’è un motivo di «opportunità» dietro la scelta di Luca Morisi di uccidere «la Bestia» che per anni ha curato l’immagine social di Matteo Salvini. È indagato dalla procura di Verona per cessione di stupefacenti. Per questo quattro giorni fa, all’improvviso, ha deciso di lasciare l’incarico.

«Questioni personali, non c’è un problema politico ma ho solo bisogno di staccare per un po’», aveva fatto filtrare senza aggiungere alcun dettaglio ma alimentando così le voci su gravi dissapori con il «capo». O addirittura l’ipotesi che fosse in disaccordo 
con la linea troppo governista di un’ala del partito.

E invece il motivo reale dell’abbandono è legato a un’inchiesta avviata dopo la denuncia di carabinieri che hanno perquisito la sua cascina a Belfiore, paesino in provincia di Verona, 
e trovato alcune dosi di droga.

Tutto comincia a metà agosto quando vengono fermati tre giovani e nell’auto hanno un flacone di droga liquida. La versione ufficiale racconta che sono loro ad accusare Morisi di avergliela ceduta. In realtà c’è il sospetto che Morisi fosse sotto osservazione già da qualche settimana e il controllo apparentemente casuale dei tre giovani sia scattato proprio monitorando i suoi contatti.

Una «soffiata» che in effetti si rivela fondata. Quando scatta la perquisizione i carabinieri trovano altra droga nella sua abitazione. Il quantitativo è modesto, ma il fatto che i tre ragazzi lo abbiano indicato come lo spacciatore, fa scattare l’accusa più grave di cessione e non la semplice detenzione. Morisi finisce dunque nel registro degli indagati.

La vicenda rimane riservata, ma nei giorni scorsi, quando Morisi decide di dimettersi, in Parlamento cominciano a circolare numerose indiscrezioni. C’è chi parla di una perquisizione per droga, addirittura qualcuno ipotizza che dalla sua cascina sia stato portato via materiale informatico.

Ieri sera arriva la conferma: Morisi è sotto inchiesta. I contorni della vicenda rimangono però ancora oscuri. Dalla perquisizione è trascorso più di un mese. Perché soltanto adesso ha deciso di lasciare l’incarico? E soprattutto aveva avvisato Salvini di quanto era accaduto? Altri nella Lega erano al corrente dell’indagine avviata dai carabinieri?

Morisi ha 48 anni ed è al fianco di Salvini dal 2013. Lo aveva seguito anche al ministero dell’Interno dove aveva creato una vera e propria task force in grado di gestire l’immagine sui social e nel giro di qualche mese il leader aveva catturato milioni di follower.

In alcune segnalazioni sospette dell’Unità antiriciclaggio di Bankitalia pubblicate da L’Espresso, venivano evidenziati passaggi di soldi anomali per finanziare le sue società e gestire l’immagine del «capo». Lui si definiva «Social-megafono, mi occupo quasi 24×7 della comunicazione per il Capitano». Raccontava di aver avuto «un innamoramento» che lo aveva portato a diventare lo spin doctor più ascoltato.

La sua strategia di comunicazione aveva creato numerose polemiche. Come quando posta la foto che ritrae Salvini mentre imbraccia un mitra. «Si avvicinano le Europee e se ne inventeranno di ogni per fermare il Capitano. Ma noi siamo armati e dotati di elmetto», spiega Morisi.

È sempre lui a inventare il «Vinci Salvini», il gioco alla vigilia delle elezioni politiche del 2018 che premiava con un incontro faccia faccia con il «Capitano» chi metteva più like alle foto e ai video che Morisi confezionava e mandava in rete seguendo Salvini come un’ombra in giro per l’Italia. Fino a quell’inciampo di un mese fa.

L’inchiesta è in corso, i dettagli ancora coperti dal segreto istruttorio. Ma la scelta di farsi da parte e il silenzio della Lega sulla vicenda sembrano dimostrare che fosse ben difficile liquidarla come «una bufala». Del resto in questi giorni Salvini, impegnato in campagna elettorale e quindi in numerosi comizi e incontri pubblici, non ha rilasciato alcun commento sulla decisione di Morisi di dimettersi.




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Contronatura nel 2021, sono gli Omofobi

Contronatura nel 2021, sono gli Omofobi

La dottoressa Barbara Gallavotti, Biologa, Accademica, Divulgatrice Scientifica, è una delle donne e dei volti più interessanti, colti, preparati dell’intera tv italiana.
Ma questa volta si è superata. 
E, alla domanda precisa e provocatoria: “I Gay sono Contronatura?”, ha dato una di quelle risposte che dovrebbero essere mostrate in loop nelle scuole, smontando in un minuto, con la Scienza (e anche con ironia), anni di Spazzatura Omofoba Violenta e Antiscientifica.

“A parte che non si capisce perché gli esseri umani dovrebbero adeguare il proprio comportamento alle altre specie” . “Però nel caso dell’omosessualità il problema non c’è perché non solo è prevista dalla natura e dall’evoluzione, ma anche estremamente diffusa. Ci sono almeno 1500 specie diverse nelle quali si sono visti comportamenti omosessuali, dai mammiferi al moscerino della frutta: coppie stabili, coppie temporanee, coppie che si formano per allevare una prole ottenuta con l’aiuto di qualche altra specie. Ci sono anche animali che cambiano sesso nel corso della vita: magari trascorrono la prima parte della loro esistenza come maschi e la finiscono come femmine. Quindi, se ci appelliamo alla natura possiamo considerarci massimamente liberi. Resta da capire se vogliamo basare i nostri diritti fondamentali su quello che fanno i moscerini della frutta,
 perché ci resta di girare intorno alle mele marce e poco altro.”


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lunedì 20 settembre 2021

83 Femminicidi in Italia avvenuti in Ambito Familiare

83 Femminicidi in Italia avvenuti in Ambito Familiare



Sette donne uccise negli ultimi dieci giorni. Sono i drammatici dati di un 2021 che conta, negli ultimi 365 giorni, 83 femminicidi, quasi tutti avvenuti in ambito familiare.

Il report del Viminale, che il 12 settembre scorso contava 81 vittime si aggiorna con altri due omicidi, l’ultimo dei quali avvenuto oggi nel Vicentino. Dei 199 delitti commessi da gennaio ad oggi, 83 sono donne e oltre la metà sono state uccise dal partner o da un ex. Il 13 settembre Giuseppina Di Luca, 47 anni, è stata uccisa a coltellate dal marito che non voleva accettare la separazione. Il corpo della donna è stato trovato in una pozza di sangue sulle scale di casa ad Agnosine, paese della Valsabbia in provincia di Brescia. 

Oggi, invece, una 21 enne, Alessandra Zorzin sposata e con una figlia di due anni, è stata uccisa a colpi di pistola nel suo appartamento a Montecchio Maggiore, nel Vicentino. Con questi ultimi due efferati delitti, il numero dei femminicidi in Italia da gennaio ad oggi si appresta a raggiungere quello dello stesso periodo del 2020 quando si erano registrate 84 vittime e 116 in tutto l’anno.

 Il fenomeno della violenza di genere è ormai da tempo un’emergenza sociale. Nel 2020 le chiamate al 1522, il numero di pubblica utilità contro la violenza e lo stalking, sono aumentate del 79,5% rispetto all’anno precedente, sia per telefono, sia via chat (+71%). Con un boom da fine marzo, in corrispondenza del lockdown scattato per la pandemia. Guardando più indietro, il 2018 si è chiuso con 141 donne vittime di omicidio volontario, e il 2019 con 111, l’88,3% delle quali uccise da una persona conosciuta: quasi metà dal partner, l'11,7%, da un uomo con cui erano state in passato, il 22,5% da un familiare (inclusi i figli e i genitori) e il 4,5% da un conoscente, un amico o un collega.

83 Femminicidi in Italia avvenuti in Ambito Familiare

Femminicidio: bisogna che decidiamo se chi attenta alla vita di una donna è un Criminale o un Malato. E di guardare in faccia alle conseguenze di ciò che succede se lo trattiamo come un criminale e basta.
I fatti ci dicono che, finché consideriamo l’uomo un criminale potenziale e usiamo solo misure di controllo e i cosiddetti ordini restrittivi, e mettiamo a disposizione delle donne centri di protezione e di denuncia, il risultato è l’esatto contrario dell’atteso: la mente dell’uomo diventa ancora più perfida e determinata e niente e nessuno riesce a controllarlo 24 ore su 24 fino a mettere in atto
 il suo piano di sopprimere l’altra persona.
Se invece cominciamo a pensare che la mente dell’uomo che attenta alla vita di una donna è una mente malata, in preda a un’idea ossessiva devastante, allora è possibile cercare altre soluzioni per porre rimedio ad una escalation drammatica. Occorre creare dei centri di salute pubblica per aiutare questi uomini o su loro richiesta o su ordini giudiziari che obblighino l’uomo non a una restrizione inutile, ma a una psicoterapia obbligatoria che lo liberi dalla sua ossessione aggressiva. Mi rendo conto che fare proposte simili in un tempo in cui i servizi pubblici di salute mentale sono diventati puri presidi farmacologici, incapaci di offrire psicoterapie lunghe e qualificate, può essere utopico. Ma oggi un trattamento psicoterapeutico se lo può permettere solo chi è ricco: in questo Paese dopo il 2000 la medicina è tornata a essere una medicina di classe, anche per altre specialità. E le denunce di Cancrini e di Ammaniti si sono perse nel vuoto, dato che la questione non porta voti. Continuare però a lamentarsi dei femminicidi senza andare al cuore del problema, però, è come lamentarsi dei talebani chiudendo occhi e portafoglio. È pura ipocrisia.


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domenica 7 febbraio 2021

La Terra Sprofonderà nel 2050

Una ricerca del National Center for Climate Restoration australiano   afferma che entro il 2050 il riscaldamento globale   potrebbe superare i tre gradi centigradi,   portando al collasso della Terra e dell'umanità

Una ricerca del National Center for Climate Restoration australiano 
afferma che entro il 2050 il riscaldamento globale
 potrebbe superare i tre gradi centigradi,
 portando al collasso della Terra e dell'umanità

Il 2050 sarà l’inizio della fine. La Terra è destinata a collassare per colpa del cambiamento climatico e lo farà prima di quanto possiamo immaginare. Stando a quanto emerge da uno studio del National Center for Climate Restoration di Melbourne, tra trent’anni gli ecosistemi terrestri crolleranno, dall’Artico all’Amazzonia alla Barriera corallina.

Il quadro è preoccupante: il 35% della superficie terrestre, dove vive il 55% della popolazione mondiale, potrebbe essere investita per almeno venti giorni all’anno da terribili ondate di calore; il 30% della superficie terrestre potrebbe essere destinata a diventare arida; le zone del Mediterraneo, dell’Asia occidentale, del Medio Oriente, del sud-ovest degli Usa e dell’entroterra australiano potrebbero diventare inabitabili; la scarsità di acqua finirebbe per affliggere due miliardi di persone e l’agricoltura mondiale imploderebbe.

Tutto questo potrebbe portare ad almeno un miliardo di “profughi climatici”. Gli scienziati ipotizzano che guerre e carestie potrebbero portare alla fine dell’umanità. I climatologi hanno infatti calcolato che, entro il 2050, dovrebbe verificarsi un fatale innalzamento della temperatura globale che andrà oltre i 3 gradi centigradi.

Nel rapporto Breakthrough National Center for Climate Restoration si afferma, per esempio, che città densamente popolate quali Mumbai, Giacarta, Hong Kong, Canton, Shanghai, Bangkok e Manila sarebbero abbandonate per l’aumento del livello del mare e per le difficili condizioni climatiche che si andrebbero a creare.

L’ipotesi degli scienziati è che esistano rischi di riscaldamento globale non presi correttamente in considerazione dagli Accordi di Parigi. Gli Accordi, infatti, hanno previsto un aumento di 3 gradi entro il 2100, senza tenere in conto il processo di “long term carbon feedback” per cui la Terra tende ad amplificare i cambiamenti climatici in negativo, accelerando i tempi del riscaldamento globale.


Tra i reati contestati dalla Procura di Firenze all'ex Premier Silvio Berlusconi c'è anche il fallito attentato al giornalista Maurizio Costanzo, che il 14 maggio '93 sfuggi all'esplosione di un'autobomba a Roma. E' quanto si evince dalla documentazione...



Tra i reati contestati dalla Procura di Firenze all'ex Premier Silvio Berlusconi c'è anche il fallito attentato al giornalista Maurizio Costanzo, che il 14 maggio '93 sfuggi all'esplosione di un'autobomba a Roma. E' quanto si evince dalla documentazione...
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Draghi cambia schema e Salvini ci Casca

Draghi cambia schema e Salvini ci Casca

Raramente mi trovo in disaccordo con Giovanni Orsina, uno dei più fini analisti delle vicende politiche italiane. Ma per una volta, mi sia permesso di avere qualche dubbio sulla sua analisi consegnata a Federica Fantozzi qualche giorno fa per queste pagine. Aver individuato un problema nella cosiddetta “sindrome delle fogne e del Papeete”, che avrebbe tenuto la destra lontana da Mario Draghi, ha sottovalutato secondo me il punto importante delle nostre ultime vicende politiche.

Che abbraccia la destra come la sinistra. Forse è troppo facile dirlo oggi, dopo “il contropiede del Capitano” di ieri, che ha spiazzato prima di tutto le forze di sinistra. Credo, tuttavia, che il problema sia più a fondo e anche, per i suoi aspetti, sia strettamente politico (pur non essendo irrilevante, ovviamente, che ci sia anche una questione sostanziale, in questo momento, che è mettere in salvo l’Italia con le scelte e la persona giusta). Il fatto è che con Draghi è cambiato il metodo, e quindi lo schema di gioco, Il premier incaricato non si è infatti posto nell’ottica di costruire o allargare una maggioranza politica già esistente, ma ha impostato la partita a campo aperto e in un’ottica programmatica.

Mario Draghi si è proposto di ascoltare tutti, non porre veti, fare una sintesi e poi, come ha detto, … chi ci sarà ci sarà. È una impostazione fortemente deconflittualizzante, a cui i partiti italiani non sono forse ancora preparati. Porre veti, come in vario modo hanno fatto le sinistre e Giorgia Meloni, o stilare una sorta di miniprogramma (fra l’altro bizzarro e all’insegna delle “fragole che sono mature”) come ha fatto Beppe Grillo, era perciò fuori luogo prima che errato. Significava non aver capito lo spirito in cui ci si deve muovere. Il merito di Matteo Salvini è perciò non di aver fatto chissà quale palinodia cambiando posizione e accenti rispetto al passato quanto di essere entrato in sintonia, insieme a pochi altri, col metodo e con lo schema di gioco impostato da Draghi.

E che fra l’altro corrisponde allo “spirito pubblico” attualmente dominante fra gli italiani che non è più quello di tre anni fa (e di cui un leader con fiuto politico sa rendersi conto al volo). Certo, forse nel premier incaricato c’è anche la convinzione che non si possano tenere fuori le idee e le forze che rappresentano oggi la maggioranza del Paese, e che, se si andasse alle urne, probabilmente vincerebbero le destre. Di qui la necessità del metodo inclusivo. Fatto sta, che Salvini ha capito che l’altro tratto di strada lo doveva fare lui, e lo ha fatto. mentre Meloni ha preferito porre ancora veti e restare all’opposizione. Che sarà, come lei stessa dice, una opposizione responsabile e democratica, e quindi direi anche positiva e costruttiva per il sistema. È evidente che nella partita impostata da Draghi tutti perderanno politicamente qualcosa, a destra come a sinistra. Se ora i partiti si concentrassero tutti in un lavoro interno di ridefinizione, sia identitaria sia culturale, e cominciassero a tessere le fila per la formazione di una nuova classe dirigente, non solo non sarebbe male, ma sarebbe un altro miracolo compiuto da “super Mario”.
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giovedì 4 febbraio 2021

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