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venerdì 26 ottobre 2012

Halloween : festa di una leggenda

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dolcetto o scherzetto 
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Halloween (o Hallowe'en) è una festività che si celebra principalmente negli Stati Uniti la notte del 31 ottobre e rimanda a tradizioni antiche della cultura celtica e anglosassone. Oggi è diffusa anche in altri Paesi del mondo e le sue caratteristiche sono molto varie: si passa dalle sfilate in costume ai giochi dei bambini, che girano di casa in casa chiedendo dolcetto o scherzetto (in passato tradotto in italiano anche con "Offri o soffri?"). Elemento tipico della festa è la simbologia legata al mondo dell’occulto, tradotta sottoforma di immagini macabre tra cui le zucche intagliate di jack-o'-lantern.
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Un Jack-o'-lantern' (in italiano Giacomo il lanternino) è una zucca lavorata a mano, tradizionalmente adoperata nei paesi di cultura anglosassone durante la ricorrenza di Halloween. Privata della polpa interna, la zucca assume la forma di un involucro vuoto che, cesellato opportunamente, vuole richiamare la sagoma di un volto. Una fonte di luce, usualmente una candela, viene inserita all'interno della zucca. In seguito la calotta superiore, prima recisa, viene impiegata a mo' di coperchio, in maniera che il chiarore dello stoppino rischiari la sagoma dall'interno, mettendo in luce i tratti della sagoma intagliata.

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I Jack-o'-lantern venivano ricavati da grandi rape, barbabietole e cavoli rapa prima dell'introduzione della zucca dall'America.

L'usanza di Halloween è legata alla famosa leggenda dell'irlandese Jack, un fabbro astuto, avaro e ubriacone, che un giorno al bar incontrò il diavolo. A causa del suo stato d'ebrezza, la sua anima era quasi nelle mani del diavolo, ma, astutamente, riuscì a far trasformare il diavolo in una moneta promettendogli la sua anima in cambio di un'ultima bevuta. Jack mise il diavolo nel suo borsello, accanto ad una croce d'argento, cosicché egli non potesse ritrasformarsi. Allora il diavolo gli promise che non si sarebbe preso la sua anima nei successivi dieci anni e Jack lo lasciò libero.
Dieci anni dopo, il diavolo si presentò nuovamente e Jack gli chiese di raccogliere una mela da un albero prima di prendersi la sua anima. Al fine di impedire che il diavolo discendesse, il furbo Jack incise una croce sul tronco. Soltanto dopo un lungo battibecco i due giunsero ad un compromesso: in cambio della libertà, il diavolo avrebbe dovuto risparmiare la dannazione eterna a Jack. Durante la propria vita commise tanti peccati che, quando morì, rifiutato dal paradiso e presentatosi all'Inferno, venne "cordialmente" scacciato dal demonio che gli ricordò il patto ed era ben felice di lasciarlo errare come anima tormentata. All'osservazione che era freddo e buio, il demonio gli tirò un tizzone ardente (eterno in quanto proveniente dall'Inferno), che Jack posizionò all'interno di una rapa che aveva con sé. Cominciò da quel momento a girare senza tregua alla ricerca di un luogo di riposo sulla terra. Halloween sarebbe dunque il giorno nel quale Jack va a caccia di un rifugio. Gli abitanti di ogni paese sono tenuti ad appendere una lanterna fuori dalla porta per indicare all'infelice anima che la loro casa non è posto per lui.
Quindi, inizialmente, la verdura utilizzata come lanterna era la rapa. Successivamente, però, a causa della grande "carestia delle patate" in Irlanda, moltissimi irlandesi emigrarono in America, sostituendo alla rapa la più diffusa zucca americana.

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 Fare dolcetto o scherzetto è un'usanza di Halloween per i bambini. I bambini vanno in costume di casa in casa chiedendo dolciumi come caramelle o qualche spicciolo con la domanda "Dolcetto o scherzetto?" La parola "scherzetto" è la traduzione dell'inglese "trick", ed è una sorta di minaccia di fare danni ai padroni di casa o alla loro proprietà se non viene dato alcun dolcetto ("treat"). In alcune parti della Scozia i bambini girovagano ancora travestiti. Con queste sembianze fanno qualche marachella, es. cantano o raccontano storie di fantasmi, per guadagnare i loro dolcetti.
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La pratica del travestirsi e del chiedere porta a porta in questo giorno risale al Medio Evo e si rifà alla pratica tardomedioevale dell'elemosina, quando la gente povera andava porta a porta ad Ognissanti (il 1º novembre) e riceveva cibo in cambio di preghiere per i loro morti il giorno della Commemorazione dei defunti (il 2 novembre). Questa usanza nacque in Irlanda e Gran Bretagna, sebbene pratiche simili per le anime dei morti sono state ritrovate anche in Sud Italia. Shakespeare menziona la pratica nella sua commedia I due gentiluomini di Verona (1593), quando Speed accusa il suo maestro di "lagnarsi come un mendicante ad Hallowmas [Halloween]."

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SE VUOI GUARDA ANCHE 
 Halloween : zucche intagliate
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martedì 23 ottobre 2012

Slow Food: Terra Madre e Salone del Gusto



SALONE DEL GUSTO E TERRA MADRE 2012: UN UNICO EVENTO


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 Il Salone del Gusto ti aspetta a Torino, dal 25 al 29 ottobre 2012. Vieni a scoprire i cibi che cambiano il mondo!

Quest’anno il Salone del Gusto e Terra Madre sono una cosa sola. È la grande novità, un evento storico per tutto il movimento internazionale Slow Food, per Torino, per il Piemonte e per tutti gli affezionati visitatori che seguono il Salone Internazionale del Gusto fin dalla sua prima edizione, nel 1996.

Le due manifestazioni portano a compimento un percorso già tracciato a partire dal 2004, l’anno in cui è nata Terra Madre, e che le ha viste sempre affiancate in una scelta precisa e consapevole: il mondo del cibo e della gastronomia non possono prescindere da chi lavora la terra, da chi trasforma ogni giorno la natura in cultura, da chi sente su di sé, sui suoi campi e sulla propria comunità il peso di problemi ecologici, climatici, economici, sociali sempre più soffocanti.
L’evento Salone del Gusto e Terra Madre 2012 si pone come una grande narrazione collettiva, completamente aperta al pubblico (e gli incontri di Terra Madre lo sono per la prima volta). Si parte dal racconto delle persone e dei territori per gustare meglio, capire di più, incontrare e scambiare. La rete delle comunità del cibo si unisce all’incredibile patrimonio del Salone, fatto di produttori, cuochi, Laboratori del Gusto, attività educative, Presìdi Slow Food, lo arricchisce e offre nuove opportunità ai visitatori, con tutti gli appuntamenti classici e un fitto programma di conferenze. Le storie dei protagonisti di Salone del Gusto e Terra Madre 2012 ci raccontano di come si può cambiare il paradigma che regola questo mondo in crisi a partire dal cibo. E dimostrano che possiamo fare qualcosa di buono per la nostra salute, l’ambiente e il sistema produttivo senza rinunciare al piacere del cibo e alla convivialità.


 Biglietto
 Acquista il tuo biglietto in prevendita: nessun costo aggiuntivo, ricevi il biglietto via email ed eviti la coda, vai su - Slow Food -

Ecco perché abbiamo scelto come slogan di questa edizione “Cibi che cambiano il mondo”. Un progetto rivoluzionario, che però richiede un nuovo modo di pensare: noi ci mettiamo i cibi, voi metteteci la testa!

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mercoledì 17 ottobre 2012

Fukushima: Il disastro nucleare si poteva evitare



La rivelazione dopo il pressing del comitato incaricato di monitorare da vicino la 'riforma' della società proprietaria della centrale. Che ha dichiarato: "Sapevamo dei rischi dal 2002, ma non ci siamo preparati in anticipo per timore di creare ansie e dubbi nel Paese e per cercare di risparmiare".
Il disastro nucleare di Fukushima poteva essere evitato. A denunciarlo – per la prima volta – non è un’associazione ambientalista, ma la Tepco, proprietaria della centrale devastata. “Quando si guarda indietro all’incidente, il problema è che non ci si era preparati in anticipo”. La compagnia, insomma, avrebbe potuto prevenire la catastrofe. Come? Con misure di sicurezza più adeguate. Le stesse che, ha ammesso, si sarebbero dovute prendere ben prima: era dal 2002, infatti, che si sapeva di dovere migliorare le difese dell’impianto. Ma non è stato fatto. I motivi? La paura di sollevare nell’opinione pubblica dubbi sull’energia nucleare, dando così credito alle lobby e ai movimenti che vi si opponevano. Ed ovviamente la necessità di risparmiare sui costi. Rivelazioni scioccanti, giunte all’indomani della prima riunione del panel di esperti impegnati a ‘riformare’ la compagnia elettrica. Che, ora, potrebbero minare ulteriormente le basi di un’improbabile rinascita nucleare nipponica.
L’organo consultivo indipendente che sta esaminando il progetto di riforma interna della Tokyo Electric Power Company (Tepco) non fa sconti a nessuno. Tanto che, dopo avere ripetuto per un anno e mezzo che le sarebbe stato impossibile prevedere o fronteggiare fenomeni naturali estremi come lo tsunami che si è abbattuto lo scorso anno sulla centrale di Fukushima Daiichi, il colosso energetico ha dovuto ammetterlo: con i dovuti accorgimenti, si sarebbe potuto evitare il peggio. Una rivelazione clamorosa, ma perfettamente in linea con il punto di vista della commissione di indagine che, 5 mesi fa, parlando addirittura di ‘collusione’ fra il mondo politico-industriale e la stessa Tepco aveva definito l’incidente nucleare un “frutto dell’azione umana”.
I timori legati al miglioramento della sicurezza della centrale, confessa la task force interna della compagnia, riguardavano soprattutto la possibilità di mettere in evidenza i rischi delle centrali nucleari, avvantaggiando così la concorrenza nel settore energetico e incoraggiando l’attivismo contrario all’atomo. “C’era la preoccupazione che se la compagnia avesse implementato un piano di intervento per gravi incidenti, si sarebbe stimolata l’ansia nel Paese e nelle comunità più vicine alle centrali – ha scritto l’unità di intervento – dando impulso al movimento anti-nuclearista“.
Secondo gli esperti, inoltre, la compagnia avrebbe dovuto formare meglio il proprio personale, piuttosto che disfarsi della necessità di prepararlo a reagire ad eventuali disastri come di una mera ‘formalità’. Non solo. Tepco avrebbe fatto meglio a non ignorare gli avvertimenti di quei suoi stessi ingegneri che, già nel 2008, fecero presente che i 5,7 metri del muro che proteggeva Fukushima Daiichi dalle maree potevano non essere sufficienti. Profezia avveratasi 4 anni dopo, quando un’onda di 14 metri ha investito la centrale. L’azienda, però, si è rifiutata di migliorare le condizioni di un impianto così a rischio anche per un altro motivo: il timore di dovere spendere troppo. Non solo in termini di ristrutturazioni e migliorie, ammette oggi, ma anche di noie legali, più che possibili nel momento in cui si fosse saputo che le precedenti misure di sicurezza non erano sufficienti.
Le incredibili ammissioni della Tepco sono arrivate dopo la prima riunione del comitato incaricato di monitorare da vicino la sua ‘riforma nucleare‘. Un gruppo di esperti che, dopo questo incontro iniziale, ha deciso di riunirsi ogni due o tre mesi per fare il punto della situazione. Ma anche per proporre soluzioni a problemi che, a Fukushima, sono ben lungi dall’essere risolti. Il comitato non si è dato una data prefissata per il completamento della sua missione, ma se al suo primo incontro ha portato Tepco ad ammettere pubblicamente l’inaudito, è probabile che più avanti possa scoprire altre realtà scabrose. Sempre con un obiettivo: fare in modo che di “incidenti di questo tipo non se ne verifichino mai più”. Lo ha ribadito alla stampa giapponese Dale Klein, ex capo della US nuclear regulatory commission e membro del comitato stesso: “E’ molto chiaro che sono stati fatti degli errori”, ed 2è molto importante per Tepco riconoscere il bisogno di una riforma”. Riforma a cui, però, la compagnia elettrica si è sottoposta solo in seguito al suo salvataggio da parte del governo di Tokyo. Che, con un trilione di Yen, nei mesi scorsi le ha evitato la bancarotta. Imponendole allo stesso tempo una completa revisione del suo management e, appunto, del suo modo di operare.


di Andrea Bertaglio

Tratto da: ilfattoquotidiano.it
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martedì 16 ottobre 2012

RADIO POPOLARE


Radio Popolare ha trentasei anni. E se oggi siamo ancora qui lo dobbiamo a quanti in questi anni hanno fatto la scelta di sostenerci, di fare la radio con noi, di credere in un altro modo di fare informazione, cultura e – perché no – intrattenimento.
Ecco a cosa serve l'abbonamento: a costruire insieme qualcosa che altrove non c'è, un bene comune, una radio libera e indipendente.

Fin dal 1976 Radio Popolare vuol dire informazione libera e comunicazione indipendente, perché autonoma da entità editoriali e politiche. Radio Popolare è controllata dalla Cooperativa dei lavoratori e dei collaboratori, nonché da un diffuso azionariato popolare: sono le componenti principali di Errepi S.p.A. la società per azioni che edita dal 1990 Radio Popolare. Dal 1992 è collegata in network con altre radio italiane e dal 2001 il segnale di Radio Popolare si può ascoltare in tutta Europa e parte dell’Africa e del Medio Oriente attraverso il satellite. 

La storia di (e attraverso)
Radio Popolare

1975La vigilia di Natale viene registrata al tribunale di Milano la testata Radio Popolare.
1976 Si forma la Cooperativa di Radio Popolare, fondata da rappresentanti di varie forze politiche e sindacali della sinistra (Fim, Fiom, Uil, sinistra Psi, Lc, Mls poi Pdup, Ao ed altri). I redattori ne sono soci. Gli ascoltatori lo diventano acquistando una tessera. La radio comincia a trasmettere sulle frequenze di Radio Milano Centrale di cui assorbe una parte dei redattori. La sede è in corso Buenos Aires. Lo studio di trasmissione viene chiamato "metrocubo". Il progetto è di Piero Scaramucci, che assume la direzione della radio. Il 7 dicembre Radio Popolare diventa famosa con la radiocronaca della contestazione e degli incidenti in occasione della prima della Scala: quindici redattori chiamano in continuazione dai telefoni pubblici; Camilla Cederna (in incognito) fa la cronaca dall'interno del teatro. Per la morte di Mao Rp manda in onda una corrispondenza dalla Cina di Edoarda Masi.
1977
Si struttura il palinsesto: dieci notiziari al giorno, la rubrica sindacale verso sera, il microfono aperto al mattino, le notturne in diretta con giochi di autocoscienza. Sull'onda del movimento giovanile e studentesco prende vita la "Rubrica giovani". Censurato dalla Rai, Dario Fo risponde agli ascoltatori in collegamento artigianale con decine di radio di tutta Italia. "Nascono" Gino e Michele con "Passati col rosso". Le donne di Rp organizzano una grande festa al Palalido dove verranno amplificate le corrispondenze degli incidenti di Roma e Bologna. In autunno trasloco nella palazzina di via Pasteur. Scaramucci torna in Rai, nuovo direttore è Nini Briglia.
1978
Telefonano i fascisti in una notturna sulla violenza dopo l'uccisione di due missini a Roma. Si apre un grande dibattito nella sinistra: si devono lasciar parlare i fascisti? In marzo la radio è il punto di riferimento per la grande risposta popolare all'assassinio di Fausto e Iaio, due ragazzi del Leoncavallo.
1979
Briglia lascia Rp per la carta stampata, inizia la direzione di Biagio Longo. L'8 aprile Antonio Stella inaugura "Le testate degli altri", la rassegna stampa: per mesi pagherà i giornali di tasca propria. Cronache dalle fabbriche in lotta contro i licenziamenti tra cui l'appassionata diretta dell'assemblea Unidal.
CONTINUA QUI http://www.radiopopolare.it/chisiamo/storia/


Radio Popolare e' ascoltabile in streaming
e con un decoder digitale Eutelsat Hot Bird 4, a 13° Est.Polarizzazione verticale Frequenza 12.111 MHz.

DIRETTA http://www.radiopopolare.it/poplive/diretta/

 Siamo da sempre convinti che sia diritto inalienabile della persona comunicare ed essere informati. Diritto sempre più difficile da esercitare. Ma noi insistiamo: con il nostro lavoro quotidiano, insieme alle radio di Popolare Network, puntiamo a promuovere nuove fonti di informazione, la partecipazione attiva del pubblico, la costruzione di una comunicazione non mercificata e la cooperazione con chiunque persegua questi stessi fini.
Buon ascolto.

Segui la nostra campagna abbonamenti su abbonaggio.radiopopolare.it

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venerdì 5 ottobre 2012

MI DIVERTO: Crisi : tutti in bicicletta

tutti in bicicletta

"Le due ruote cresciute del 20%"
Intervista al professor Federico Rupi che studia la mobilità nel nostro paese

"Non c’è dubbio: la crisi economica e l’aumento del costo dei carburanti stanno cambiando radicalmente le scelte di mobilità degli utenti dei trasporti"...
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ECOLOGIA: Quanto inquina l’automobile

l’automobile


Il 30% degli italiani non lo sa
Da una ricerca risulta infatti che il 19% del campione non e' certo della classe Euro della propria macchina e quasi un italiano su 10 (9%) confessa di ignorarla del tutto... continua a leggere

ECOLOGIA: Quanto inquina l’automobile: Il 30% degli italiani non lo sa Da una ricerca risulta infatti che il 19% del campione non e' certo della classe Euro della propria mac...

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