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mercoledì 27 giugno 2018

Testimone di Geova: Ripudiata per Trasfusione

Testimone di Geova: Ripudiata per Trasfusione

Testimone di Geova accetta una trasfusione di sangue: era in fin di vita.
 Ripudiata dalla comunità: «Mi hanno tolto le figlie»

Grazia ha scelto la vita, ma questo le è costato l'affetto delle sue figlie. Grazia D. N. era una Testimone di Geova che ha scelto di allontanarsi dalla comunità dopo le vessazioni ricevute per essersi sottoposta a una trasfusione, vietata dal loro credo, 
per poter sopravvivere dopo un intervento chirurgico.

La donna è una casalinga di 48 anni madre di quattro figli, vive a C., un paesino in provincia di Salerno. Il suo credo però ha quasi rischiato di farla morire: dopo un intervento è stata necessaria una trasfusione, ma che lei ha accettato di fare per non morire.

Un peccato imperdonabile per la sua chiesa, tanto che Grazia si è trovata ad essere umiliata dai suoi "fratelli di culto". Fu lei a introdurre la religione in casa sua, anche contro le iniziali resistenze del marito, convince tutti  (marito e poi i figli) a frequentare gli incontri, convinta che quel credo fosse l'unica possibiltà di salvezza. Quando si opera nel 2016 per un tumore, sceglie una clinica che le garantisce che non le verranno fatte trasfusioni, ma perde molto sangue e la trasfusione diventa necessaria per la sopravvivenza.

Grazia sceglie di vivere, ma la sua scelta non viene perdonata dagli anziani e dalle sue tre figlie che quindi la ripudiano. Oggi la donna vive un vero dramma. Dopo aver subito numerose umiliazioni per essere riaccettata nella comunità dopo la trasfusione, decide di allontanarsene ma in questo modo perde le figlie che non la riconoscono più come madre e l'accusano di aver tradito Geova. Le figlie, tranne il maschio che le è rimasto vicino, 
 vivono a casa di un anziano e non sembrano voler ritrovare il dialogo con la donna che è disperata non solo per la lontananza dalle ragazze, ma perché teme per la loro incolumità all'interno della setta. 

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mercoledì 20 giugno 2018

Dazi Ue contro gli Usa dai jeans al whiskey


Dazi Ue contro gli Usa dai jeans al whiskey


Scatteranno venerdì i dazi europei su una serie di prodotti americani, in risposta alle tariffe annunciate nelle settimane scorse dagli Stati Uniti che colpiscono le importazioni di acciaio e alluminio. Lo ha annunciato la commissaria europea al Commercio Cecilia Malmostroem, secondo cui le misure colpiranno una serie di prodotti - tra cui jeans e whiskey -
 per un valore di 2,8 miliardi euro.

"Non volevamo arrivare a questo - ha sottolineato Malmstroem in una nota diffusa a Bruxelles - Ma la decisione unilaterale e ingiustificata degli Stati Uniti di imporre tariffe su acciaio e alluminio non ci ha lasciato altra scelta. Le regole del commercio internazionale, che abbiamo sviluppato mano nella mano con i nostri partner americani, non possono essere violati 
senza una reazione da parte nostra".

La commissaria al Commercio ha quindi rivendicato che la risposta dell'Unione europea "è misurata, proporzionata e pienamente in linea con le regole del Wto: non serve dire che, se gli Stati Uniti rimuoveranno le loro tariffe, saranno rimosse anche le nostre misure".


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lunedì 11 giugno 2018

Fabio Fazio, Anac boccia il contratto con la Rai

Fabio Fazio, Anac boccia il contratto con la Rai

 “Elementi di criticità e perplessità su costi-ricavi” 
Carte alla Corte dei Conti

L'Autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, come anticipato da La Repubblica, boccia l'accordo tra il conduttore e l'azienda pubblica. E gira il dossier ai giudici contabili per valutare quanto emerso nel corso dell'istruttoria. Michele Anzaldi, che presentò l'esposto: "La Corte dei Conti si pronunci presto per evitare che continuino eventuali danni erariali". Viale Mazzini: "Esclusi danni, la delibera è indicazione non vincolante"

Nel contratto di Fabio Fazio si “ravvisano elementi di criticità” e “perplessità sulla giustezza dei costi/ricavi preventivati”. Con questo atto d’accusa l’Anac ha deciso di ‘denunciare’ il caso dello stipendio del conduttore Rai alla Corte dei Conti. La decisione è arrivata al termine di un’istruttoria lunga e complessa riguardo al compenso, alla durata dell’accordo tra il volto di Che tempo che fa e i rapporti con la società di produzione dello stesso Fazio che è anche autore del programma.

L’Autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, come anticipato da La Repubblica, si è concentrata sull’aumento dello stipendio di Fazio e i quattro anni di durata del contratto nonché sull’affidamento a una società costituita appositamente dal conduttore. Tre elementi che contestati subito da diversi fronti e giustificati dalla Rai con un sicuro ritorno economico per la tv di Stato grazie allo spostamento del programma da Rai Tre a Rai Uno.

Ma proprio su questo, si legge nella delibera dell’Anticorruzione, “evidenziamo perplessità sulla giustezza dei costi/ricavi preventivati”. La prossima settimana la delibera firmata dal capo dell’Anac sarà con ogni probabilità pubblicata sul sito dell’Autorità e potrebbe contenere tutti i dettagli dell’accordo. A giugno, quando scoppiò il caso, si parlò di un compenso attorno ai 3 milioni di euro annui per Fazio, in netta controtendenza rispetto a una contrazione dei cachet elargiti dalla Rai. E in deciso aumento rispetto al precedente compenso di 1,8 milioni.

Di segno opposto la lettura della Rai. Secondo l’azienda di Stato, è da “escludere” che “Anac abbia censurato il compenso”. Anzi, “l’Autorità ha invece riconosciuto, con riferimento al complesso dei rapporti tra Rai, Fazio e la società di produzione, che non sussiste alcun danno attuale cagionato all’erario”. La delibera “ha assunto le forme di una indicazione non vincolante” ed è stata trasmessa alla Corte dei Conti “in quanto organo istituzionalmente competente per il monitoraggio a consuntivo dell’andamento effettivo dei costi e dei ricavi del programma”.

L’esposto da cui è nato il dossier dell’Anac che ora finirà all’attenzione dei giudici contabili venne firmato dal deputato del Pd Michele Anzaldi e “condiviso” dai parlamentari del M5s che evidenziarono come Fazio fosse, a loro avviso, “il classico comunista con il cuore a sinistra e il portafoglio a destra”. Ora Anzaldi, chiede alla Corte dei Conti “di pronunciarsi prima possibile, in modo da evitare il perdurare di eventuali danni erariali” e al presidente della Vigilanza Rai, Roberto Fico, “che il dossier venga messo a disposizione del Parlamento, che della vicenda si è occupato più volte nei mesi scorsi con audizioni e interrogazioni“.








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