CARBONIA. E’ un dibattito senza fine sui nuovi parchi eolici nel territorio comunale. Le preoccupazioni, anzi, aumentano, alla luce del numero quasi spropositato di progetti per i quali è stata presentata alla Regione la richiesta di autorizzazione. Sono 7 e prevedono un totale di 67 torri. L’argomeno è stato affrontato anche in una riunione del Pd e anche in questo caso è arrivato un no. «Si tratta di una sottrazione di territorio che risponde ad una esigenza finanziario-speculativa più che ad una economia di sviluppo – denuncia il documento del Pd – Perciò diciamo no alla svendita della nostra terra per soddisfare appetiti legati al profitto in cambio di un “congruo corrispettivo” che sfrutta la tragica situazione socioeconomica della provincia». Una posizione che – spiegano gli iscritti – non è di aprioristica chiusura. «La nostra politica non è orientata, sia chiaro, ad una chiusura irragionevole alle energie rinnovabili e infatti punta allo sfruttamento razionale delle opportunità date dal fotovoltaico urbano sia nelle strutture pubbliche che residenziali – ha spiegato Cinzia Grussu – Siamo invece dichiaratamente a favore di uno sviluppo equilibrato, che passa dalla valorizzazione delle nostre risorse archeologiche per il turismo culturale e delle ricchezze legate alle tradizioni del saper fare».
Intanto, i temi del parco eolico a ridosso di Monte Sirai approderanno anche in Cnsiglio regionale. La consigliera indipendentista di Sardigna Libera Claudia Zoncheddu ha presentato una interrogazione nella quale – anche in riferimento ai pareri non solo degli ambientalisti, ma anche degli archeologi che hanno denunciato il devastante impatto visivo sul parco – ha chiesto non solo di approfondire l’esame del progetto, ma anche di tenere conto dei pareri contrari dell’amministrazione, della gente e degli studiosi. «Non si tratta d'altronde – ha spiegato Zuncheddu – di progetti che incidono sull’ economia dell’isola. Basti pensare che oggi la Sardegna è del tutto autonoma rispetto alla rete nazionale. Può contare sulla potenza installata di circa 2.200 mw, pur impiegandone di solito nel corso della giornata 1.730, e la notte solo 1.300. In più, con il potenziamento dei trasporti via cavo fra Sardegna e Penisola, non potranno esser esportati più di 1.000 mw. Si evidenziano quindi speculazioni che vanno oltre le necessità energetiche e che incidono con una devastazione del territorio senza risvolti positivi alle comunità interessate».
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