Trasformiamo la centrale Termo elettrica di Cerano
in una centrale Solare Termodinamico
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(M.Miccolis): La centrale Termo Elettrica di Cerano, entrata in funzione nel 1990, con una potenza complessiva di 2640 MW, si trova a 12 km da Brindisi, occupa un imponente spazio di 270 ettari, comprende 4 gruppi elettrogeni alternatori, della potenza di 660 MW ciascuno, 60 GW di corrente elettrica prodotta al giorno, un modesto camino di 200 metri. E’ collegata tramite quattro elettrodotti, da 380 KW, alla stazione elettrica di Tuturano, da cui si snodano le linee nazionali.
Da sola riesce a produrre 1/3 di tutto il biossido di carbonio immesso in atmosfera dall’intera economia nazionale, oltre 890 milioni di tonnellate, per anno, di emissioni totali di anidrite carbonica.
Stiamo parlando della centrale termoelettrica a carbone più grande d’Europa, ed anche la più inquinante del mondo.
Secondo uno studio condotto dal WWF, la centrale elettrica italiana che inquina più di tutte, e si trova nella mia terra nel salento, e questo per me è un problema da risolvere che le varie amministrazioni volutamente ignorano per non calpestare i calli dei poteri forti.
Gli effetti di questa mole inquinante sono stati rilevati con riscontri scientifici inoppugnabili. Infatti le analisi svolte dalla Direzione “qualità della vita” del ministero dell’Ambiente e validate dall’Arpa hanno riscontrato la presenza di pesticidi e metalli pesanti oltre i limiti consentiti nelle coltivazioni di ortaggi destinati alla vendita, nel sottosuolo e nella falda profonda del territorio compreso tra Brindisi e Cerano. Ossidi di azoto e di zolfo, oltre a nanoparticellle e microinquinanti di vario genere danzano allegramente nei polmoni degli ignari (o quasi) salentini. In questo scenario la città di Lecce appare colpita direttamente dalle incidenze neoplastiche diffuse dal Registro tumori jonico – salentino. La classifica delle tre province salentine configura proprio Lecce al primo posto con un’incidenza pari all’11,8 per cento dei casi di tumore alle vie respiratorie, seguita dai due poli industriali del territorio, Brindisi (9,3 per cento) e Taranto (8,3 per cento).
Mi sembra evidente che si deve intervenire immediatamente, ed il modo più efficace e più accettabile per tutti è quello di convertire cerano da Centrale a Carbone a centrale Solare termodinamico.
Infatti gli impianti solari possono essere anche integrati con impianti termoelettrici convenzionali, compresi quelli a ciclo combinato, per incrementarne la potenza elettrica complessiva. Questa possibilità consente di utilizzare, con pochi cambiamenti, installazioni già funzionanti. Così si può fare affidamento sul sistema di produzione elettrica, sul sito e sulle infrastrutture esistenti, limitando il più possibile i costi per la parte convenzionale dell’impianto e concentrando l’investimento sui componenti innovativi della nuova tecnologia. In tal caso, inoltre, l’incremento di potenza può essere ampiamente modulato nell’arco della giornata, facendo in modo che la produzione elettrica aggiuntiva dell’impianto solare avvenga nelle ore in cui è maggiore la domanda da parte delle utenze esterne.
Su queste basi è stato già firmato un accordo di collaborazione ENEA-ENEL e istituito un gruppo di lavoro congiunto per elaborare il Progetto Archimede (integrazione di solare avanzato con un ciclo combinato). Questa opportunità strategica, da realizzarsi presso una centrale ENEL nel sud dell’Italia (ad esempio, la centrale di Priolo Gargallo, Siracusa, originariamente ad olio combustibile e recentemente riconvertita a gas con ciclo combinato), costituirà la prima applicazione a livello mondiale di integrazione tra un impianto a ciclo combinato e un impianto solare termodinamico.
Invito i nostri amministratori regionali a proporre Cerano, a far rientrare Cerano in questo progetto, in modo da alleggerire l’aria dei pugliesi già appestata dall’ilva di Taranto.
La “solarizzazione”, per mezzo della tecnologia ENEA, di un moderno impianto convenzionale a ciclo combinato, che già produce energia elettrica, risulta molto semplice e non richiede grandi modifiche nel sistema esistente: infatti il vapore prodotto dall’impianto solare ha praticamente le stesse caratteristiche di temperatura e pressione di quello che proviene dal generatore a recupero di calore dai fumi di scarico del turbogas.
I risultati attesi dal prototipo industriale riguardano, innanzitutto, le conoscenze derivanti da una applicazione in piena scala della nuova tecnologia solare, ma anche un effetto di trascinamento per altre applicazioni e un primo contributo, limitato ma già significativo, all’esigenza ormai improrogabile di aumentare la disponibilità di potenza elettrica sulla rete nazionale.
Altro aspetto da non trascurare è l’opportunità di un’apertura del mercato per l’industria dei componenti solari, che potrebbe essere incentivata ad investire per ottimizzare questi sistemi di produzione ed abbatterne i costi.
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PER COLLABORARE IN CONTATTO ENERGETICO : http://cipiri20.blogspot.com/p/energy-broker.html
http://miccolismauro.wordpress.com/2010/11/29/trasformiamo-la-centrale-termo-elettrica-di-cerano-in-una-centrale-solare-termodinamico/
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