Germania Si è spento il sole
Le imprese tedesche dominavano il settore
del fotovoltaico, anche grazie ai sussidi di Berlino. Ma lo sviluppo
del mercato ha spalancato le porte alla concorrenza asiatica, abbattendo
i margini di profitto. Fino a poco tempo fa Q-Cells era un’impresa
all'avanguardia. Per un po’ questa
società
è stata il più grande fabbricante di pannelli solari del mondo. Anche
in piena tempesta finanziaria Q-Cells passava era considerata un’impresa
con un buon margine di guadagno e un valido investimento. È intorno al
suo sito di produzione a Bitterfeld-Wolfen, in una ex regione mineraria
della Sassonia-Anhalt, che si è sviluppata la “Solar Valley” (Sonnental
in tedesco), chiamata così in riferimento alla Silicon Valley
californiana. Dopo un periodo turbolento, oggi la Sonnental attraversa
il suo momento più difficile con il fallimento di Q-Cells. La regione
dell’energia del futuro potrebbe ben presto non averne più: nel 2011
Q-Cells aveva registrato 846 milioni di euro di perdite. La Solar
Valley, dove lavorano ancora quasi 2.200 dipendenti di Q-Cells, potrebbe
ben presto essere subire altri tagli. Questo fallimento è un nuovo
trauma per il fotovoltaico tedesco.
Q-Cells è la quarta impresa del
settore a fallire e la sua scomparsa potrebbe aumentare di molto la
dipendenza dei produttori di pannelli solari tedeschi dai loro
concorrenti asiatici. E tutto ciò nonostante i miliardi di euro di aiuti
concessi dal governo tedesco e proprio nel momento in cui l’energia
solare sta diventando progressivamente competitiva. E non è tutto,
perché il processo si sta accelerando. Nel dicembre 2011 sono scomparsi
altri due giganti del settore: il gruppo di Berlino Solon e l’impresa
bavarese Solar Millenium. Una società indiana, Microsol, ha rilevato
l’attività di Solon e continua a dare lavoro a 400 dei suoi mille
dipendenti. Il fallimento di Solar Millennium ha invece interessato
migliaia di piccole imprese. Nel marzo 2012 altre imprese si sono
dichiarate insolventi, in particolare la Scheuten Solar, che da otto
anni produceva a Friburgo il più grande pannello solare al mondo. La
crisi dell'energia solare tedesca riguarda tutte le imprese che hanno
fatto delle cattive sceltem quelle che malgrado un rallentamento record
del mercato hanno reagito troppo tardi o troppo timidamente. La politica
di sussidi del governo era un ottimo mezzo per sviluppare il settore
delle nuove tecnologie ecologiche, ma è sempre meno adatta in un mercato
ormai saturo. La limitazione di questa sovvenzioni non ha cambiato
molto la situazione e non poteva salvare imprese che nel corso degli
anni hanno accumulato un errore di gestione dopo l’altro. Q-Cells ne è
il migliore esempio. Creata nell’estate del 2011, l’impresa aveva già
esternalizzato gran parte della sua produzione in Malesia. All’epoca era
già chiaro che i lavoratori tedeschi non avrebbero potuto competere con
i loro colleghi asiatici. Ormai erano anni che gli esperti mettevano in
guardia le imprese. Le cellule fotovoltaiche non sono dei prodotti
tecnologici molto sofisticati, e sono facili da copiare. Anche se la
produzione è largamente automatizzata, tutto quello che riguarda il
processo industriale è meno caro in paesi come la Cina, dalle
infrastrutture alle imprese di pulizia. Inoltre l’industria solare
figura fra le priorità di Pechino, che offre ai produttori crediti a
tassi molto vantaggiosi. Le imprese che come Q-Cells avevano un
impianto in Germania erano quindi condannate da tempo per aver
sottovalutato la concorrenza mondiale. La promozione dell’energia solare
ha finito per far esplodere la domanda fra il 2009 e il 2011. La
domanda è diventata tale che anche imprese meno avanzate sono riuscite a
vendere i loro prodotti in grande quantità. Addio sussidi Questo
sviluppo ha significato la fine dei produttori tedeschi, spingendo le
industrie a produrre in massa, e in particolare in Cina.
Solo nel 2011
il prezzo di un pannello fotovoltaico è sceso del 30-40 per cento, cioè
molto più rapidamente dei costi di produzione in Germania. Quest’anno si
prevede un forte aumento dei costi di produzione. Il risultato è che i
paesi asiatici hanno aumentato il loro vantaggio rispetto ai
concorrenti. Nel 2008 la Cina produceva il 33 per cento dei pannelli
solari nel mondo, nel 2011 questa percentuale era del 57 per cento. Nel
frattempo dal primo aprile il governo tedesco ha ridotto in modo
significativo le sovvenzioni pubbliche al settore dell'energia solare. A
medio termine la concorrenza mondiale dovrebbe ancora interessare altri
settori dell’industria solare tedesca, come Centrotherm che produce le
macchine utilizzate per la produzione di cellule fotovoltaiche. Anche se
queste macchine sono sempre più sofisticate, i produttori asiatici
stanno presentando nuovi modelli. Vi sono però delle imprese tedesche
che non si sono limitate a incassare le sovvenzioni e che hanno
sviluppato un modello competitivo. Si può citare il caso di Juwi, che
progetta grandi parchi solari e punta anche sull’energia eolica. Il
mercato tedesco dovrebbe quindi vedere l’arrivo di nuovi operatori, in
particolare nel settore dei fornitori di servizi. Si potrebbe trattare
di società destinate alla manutenzione dei parchi solari o di mediatori
che permetteranno ai fornitori di vendere la loro energia in borsa. In
ogni modo una cosa è certa: molte luci si spegneranno nella Solar
Valley.
Fonte: Stefan Schultz - Der Spiegel (da Presseurop )
-
PER COLLABORARE
IN CONTATTO ENERGETICO :
http://cipiri20.blogspot.com/p/energy-broker.html
.
.
.
Nessun commento:
Posta un commento
Eseguiamo Siti Internet a 100 euro PAGINA: www.cipiri.com