post-fukushima con un mega-parco fotovoltaico
Il Giappone fa fronte all'emergenza energetica seguita al disastro nucleare di Fukushima, grazie a un investimento di 25 miliardi di yen, con un mega-impianto solare da 70 megawatt.
Il più grande mai realizzato. Avrà sede nel sud del Paese, nei pressi
della città di Kagoshima nell'omonima prefettura, e nasce grazie all'accordo tra la Kyocera Corporation, azienda di Kyoto con oltre 35 anni di esperienza nel settore solare, la IHI Corporation e la Mizuho Corporate Bank.
Nell'ambito dell'accordo, il Gruppo Kyocera
sarà responsabile della fornitura del 100% dei moduli solari e di parte
della costruzione e della manutenzione del sistema, la IHI, società
ingegneristica e tecnologica, fornirà il terreno di circa 1.270.000 m2
di terreno di proprietà di IHI, equivalente a 27 campi da baseball, e
parteciperà attivamente alla gestione del progetto e la Mizuho CB,
infine, elaborerà un piano di finanziamento per il progetto. Attualmente
oggetto degli studi di fattibilità, il mega impianto ha già ottenuto
pieno sostegno per la sua realizzazione, grazie agli investimenti dalla KDDI Corporation,
dalla Kyudenko Corporation, dalla Kagoshima Bank, Ltd, dalla Takenaka
Corporation e altre società interessate. Ma anche grazie alla
collaborazione della prefettura di Kagoshima e delle amministrazioni
comunali. Tutti unite in nome della diffusione delle energie rinnovabili e della salvaguardia dell'ambiente.
I piani per l'impianto, la cui
costruzione dovrebbe iniziare nel mese di luglio di quest'anno,
comprendono l'uso esclusivo di circa 290.000 moduli solari policristallini della Kyocera, per una capacità totale di 70MW, tanto da farne il più grande impianto di energia solare
mai esistito in Giappone. I 70MW previsti sono pari a quasi il 40% del
fabbisogno energetico totale del Paese, sia nel settore pubblico che
industriale, e forniranno l'equivalente dell'energia necessaria a 22.000
famiglie formate da 3 componenti, oltre a far risparmiare circa 25.000
tonnellate di CO2 all'anno.
Dopo la disattivazione dei reattori nucleari danneggiati dallo tsunami
, il Giappone, insomma, prova concretamente a cambiare strada, cercando
un'alternativa pulita al nucleare, soprattutto in seguito all'aumento
delle emissioni di CO2 per via di un maggior ricorso alle fonti fossili.
Così, l'accordo tra le tre società sembra un'ottima soluzione per
affrontare in modo proattivo i problemi ambientali, augurandosi che
questa esperienza nella costruzione e nella progettazione di progetti
solari possa significare una maggiore promozione dell'energia solare e
di tutte le fonti rinnovabili. In Giappone così come nel resto del
mondo.
Roberta Ragni
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