Il mondo delle rinnovabili, le imprese nate in questi anni, gli
oltre 100mila nuovi occupati, le Associazioni di settore e quelle
ambientaliste, sono scese in piazza mercoledì 18 aprile a Roma con
l'obiettivo di contrastare i decreti sulle rinnovabili e sul quinto
conto energia presentati recentemente dal Governo che rischiano di
creare un pericoloso blocco del settore finalmente in crescita.
Le associazioni del settore delle rinnovabili si sono date appuntamento per oggi, mercoledì 18 aprile, davanti a Montecitorio a partire dalle ore 11, per una manifestazione di protesta contro i nuovi provvedimenti in materia di incentivi: il Quinto Conto Energia per il fotovoltaico e il cosiddetto “decreto elettrico” per le altre rinnovabili elettriche.
Le associazioni, in particolare, contestano non solo i contenuti dei
decreti (tariffe più basse, tetti annuali alla potenza incentivabile e
obbligo di iscrizione ad appositi registri), ma anche la scelta del Governo Monti
di non consultarle nella definizione dei provvedimenti. Un metodo
ritenuto poco trasparente, soprattutto alla luce delle ripetute
richieste di confronto avanzate da numerose sigle del settore.
Alla manifestazione di oggi hanno aderito numerose associazioni del comparto delle rinnovabili, dalla nuova Assosolare,
che ha appena formalizzato la fusione con Asso Energie Future, ad
ANIE-GIFI, da APER al Comitato ISI, da ISES Italia a FIPER e AES.
Sfileranno dinanzi alla Camera dei deputati anche diversi gruppi
ambientalisti, come Legambiente e il Kyoto Club.
Scenderanno in piazza, inoltre, anche alcune sigle del settore delle rinnovabili termiche,
come Assolterm e il Consorzio Italiano Biogas. Uno degli aspetti che
gli operatori rimproverano ai provvedimenti elaborati dal Governo Monti,
infatti, è il protrarsi dell’attesa per i decreti che dovrebbero
riequilibrare il sistema di incentivi in favore di efficienza energetica
e fonti pulite termiche, a cominciare dal cosiddetto Conto energia termico.
Per quanto riguarda invece il fotovoltaico, le associazioni contestano la scomparsa, nel Quinto Conto Energia, del bonus di 5 centesimi a kwh previsto dal decreto precedente per chi sostituisce i tetti in amianto bonificandoli con pannelli fotovoltaici.
Così, per un impianto da 1 MW la riduzione delle tariffe
sarà di -50% rispetto a quelle precedenti – sottolinea Legambiente – Un
calo che cancellerà ogni investimento, e che rappresenta una vera beffa
a 20 anni dalla messa al bando dell’amianto, in un Paese dove sono in
attesa di bonifica circa 50mila edifici pubblici e privati e 100 milioni
di metri quadrati di strutture in cemento-amianto.
Malumori, infine, anche per il rinvio del pagamento dei Certificati Verdi
relativi all’energia elettrica già immessa in rete negli anni passati.
La dilazione, giustificata dal Governo Monti con esigenze di cassa,
rischia, secondo le associazioni, di togliere ulteriori certezze alle
imprese di eolico, biomasse e idroelettrico.
Fonte: Legambiente
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4 mesi fa
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